lunedì 25 giugno 2012

Tour Blanc Rando

Alla fine il momento è arrivato. Ho deciso di provare una 600 e già che ci siamo perchè non partire in bellezza con la più dura? Il Tour Blanc Rando- La sfida delle Alpi.  Così questo week end ho impacchettato la bici e sono partito per Biella.



All'iscrizione ci sono due opzioni, il brevetto da 50 ore con partenza venerdì alle 10.00 e quello da 40 ore con partenza sabato alle 8.00. Mi iscrivo alla 50 ore e partiamo.


Siamo circa una quarantina e appena si inizia a salire sulla serra di Ivrea una nutrito gruppetto inizia a tirare e mi accodo. Inizia la discesa e come al solito perdo un po di terreno ma riesco a tornare assieme a tutti. Entrando in Valdaosta troviamo vento contrario, ma i ragazzi davanti hanno proprio una bella gamba e ci tirano in leggera salita sui 32/33 km/h senza dare segni di cedimento. Verso l'1.30 entriamo ad Aosta e troviamo un circolo Arci aperto, con ottima musica blues, dove beviamo un caffè e vorrei una cocacola ma non ce l'hanno e mi propongono una bibita al guaranà. Accetto e ripartiamo. La bibita si rivela un errore e dopo una decina di chilometri mi si pianta sullo stomaco e su questa leggera salita pedo tutti e riesco a malapena a tenere i 15 km/h. Passo davanti a una fermata dell'autobus e decido di fare un riposino perchè andare avanti così è inutile.


Dopo 40 minuti mi sveglio infreddolito e riparto dopo aver mangiato un pezzo di torta sacher (senza glassa) che Giulia mi ha preparato apposta per l'occasione. Alle 5 finalmente arrivo all'attacco della salita del Piccolo San Bernardo dove incontro Carlo (che da qui in poi sarà il mio compagno di viaggio) a una fontana. Iniziamo a salire sui questi tornanti non troppo ripidi e ci godiamo le prime luci che spuntano da dietro il monte Bianco.


Il mio passo è più veloce di quello di Carlo e quindi vado un po avanti. Poco prima di La Thuile incontro un altro randonneur (che poi scopro chiamarsi Luca) che come noi arranca in salita. Lo saluto e procedo. La salita va via piacevole, il clima è fresco ma non troppo e a 10km dalla cima finalmente spunta il sole. Dal pendio di fianco alla strada c'è un camoscio che mi guarda stupito e il panormana è mozzafiato. Girata una curva vengo investito da un vento freddissimo che mi ghiaccia, ma per fortuna 50 metri più avanti c'è un rifugio che mi permetti di fermarmi al sole riparato dal vento e coprirmi. Mentro mi scaldo saluto Carlo che passa indifferente al freddo e al vento.




Gli ultimi 5 chilometri sono mozzafiato, pascoli e marmotte e la strada che non sale più tanto. Poi finalmente la cima.


Mi fermo giusto il tempo della foto di rito e di vestirmi con tutto quello che ho (completo antipioggia compreso) e mi lancio sulla discesa che in 30km mi porterà a Bourg-Saint-Maurice e al primo ristoro.


Quado arrivo giù non mi sento più le dita a forza di tirare le leve e i freni sono caldi, ma per fortuna i panettieri sono già aperti e 4 croissant mi ristabiliscono e mi danno la forza di ripartire.

Ora ci aspettano il Cormet de Roselend e il Col de Saisies, due colli storici del Tour de France e sono un po preoccupato. Carlo e Luca si sono già avviati, così parto da solo e inizio a salire col mio passo. Il Cormet è bellissimo, i primi dieci chilometri fra l'8 e il 9% ti spaccano le gambe, poi spiana in una valle da sogno una 20 di camperisti bivaccano, e rinizia a salire. Ritrovo Carlo e Luca sulla salita e in cima mi fermo ad aspettarli. Partiamo in discesa e poco dopo ci fermiamo in un rifugio con vista mozzafiato sul lago a mangiare qualcosa, mentre Luca tira dritto. Poi via di nuovo. Altra discesa che ci porta direttamente all'attacco del Saisies.




Non c'è un metro di piano fra questi due colli, sembra la strada formi una V e ripartiamo a salire. Il Saisies mi sembra non finire mai. Inizio a essere stanco e sono 15km al 9% senza pause. Salgo a 6-7 km/h e i tafani sembrano apprezzare il mio sapore perchè non mi danno un attimo di tregua. Finalmente arriva la cima e trovo Luca seduto al bar con Mariano (altro randonner nel pieno del fulgore dei suoi 69 anni!) a bere una birra. Passano 5 minuti e si unisce anche Carlo, finite le bevande si parte in discesa fino a Megeve, da dove poi si salirà a Chamonix. Appena rinizia la salita la mia catena inizia cigolare e scricchiolare, Carlo mi offre un po d'olio ma mentre lo mettiamo vediamo che si è aperta una maglia. Merda. Proviamo a sistemarla ma il mio smagliacatena si rifiuta di collaborare. Entrati in paese mi ferma da in un negozio e dico agli altri di proseguire. Un ragazzo gentilissimo mi toglie la maglia mentre chiacchieriamo del giro che sto facendo e non fa pagare niente. Per ringraziarlo vado al bar di fronte e gli porto una birra.

Riparto di nuovo da solo e fatico un po a trovare la strada che da St-Gervais-Les-Bains è veramente nascosta (c'è la superstrada solo per le auto) e sembra portare in qualche fattoria piuttosto che a Chamonix. Do fiducia al roadbook e la seguo, l'asfalto è pessimo e tanto per cambiare siamo in salita. Recupero il mio trio di compagni e li supero, sono stanco e voglio arrivare al ristoro di Trient il prima possibile. Su questa salita incontro un ragazzo con cui scambio due parole. Nel mio stentato francese capisco che abita sull'altro versante della valle e che sta andando a trovare la sua ragazza, l'autobus però costa troppo. Putroppo dopo poco più di 20 minuti lui si ferma, lo lascio alle sue gioie e proseguo.

Chamonix sembra non arrivare mai, poi finalmente eccola, terra di scalatori che mi riporta alla mente molti libri letti, vorrei fermarmi un po ma mi costringo a tirare dritto, in fondo mancano solo 25 km al ristoro. Non ho però tenuto conto che mi aspetta ancora il Col du Montet prima di arrivarci. Sull'altimetria sembra poca roba, ma mentre salgo mi sembra infinito. Arrivo in cima alle 7.30 di sera e non c'è più il sole, infilo la giacca e parto in discesa, ho freddo ma non go voglia di fermarmi per mettere i pantaloni, voglio solo arrivare al ristoro in fondo alla discesa. Passo la frontiera con la svizzera, un paesino minuscolo mi sfreccia di fianco e finalmente sono in fondo. Solo che non c'è niente. Attorno solo montagne e mi prende la disperazione, non è che era quel paesino di prima? Arriva un westaflia sgangherato e lo fermo per chiedere indicazione. I due ragazzi tedeschi che ci sono sopra non ne hanno idea, ma controllato il GPS mi dicono che è avanti 3 km. Li ringrazio come se mi avessero salvato la vita e riparto.

Il ristoro è pieno di Randonneuer, alcuni dormono, alcuni mangiano e alcuni si preparano a ripartire. Io sono sconvolto. Fumo una sigaretta e pianifico cosa fare, nel frattempo arrivano gli altri e decidiamo di mangiare, fare la doccia, dormire (ben 3 ore) e svegliarci all'1.30 per ripartire alle 2. Facciamo colazione, usciamo a preparare le bici e non troviamo più Luca. Torniamo dentro a cercalo e non lo troviamo neanche li. Pensiamo che sia partito e che lo ritroveremo strada facendo.

Appena ripartiti, per non perdere le buone abitudini, si inizia a salire il Col de Forclaz che, grazie al sonno, passa via facile. La discesa verso Martigny è mozzafiato, buia e ripida e vedi le luci della città 1000 metri più in basso. ora ci aspettano 70 km di piano fino a Briga che sembrano non finire mai, un camoscio (o qualcosa di simile) ci attraversa la strada davanti. Poco prima dell'alba siamo tutti in piena crisi di sonno, decidiamo quindi di concederci 10 minuti di sonno su una panchina. Risultato ci svegliamo un ora e mezza dopo. Saltiamo subito in sella e partiamo. Io sono preoccupato per il controllo, abbiamo 5 ore per fare i 40km che ancora ci separano da Briga e il Sempione.

In città i miei compagni tirano dritto, io mi fermo quel tanto che basta a svaligiare una Pasticceria mangiando 3 brioches e un quarto di torta alla crema per poi mettermi un panino in tasca e partire rinfrancato alla conquista del sempione. Ho 3 ore esatte per fare 25 km di salita. Mi sento stretto nei tempi quando imbocco la strada vecchia. Il primo pezzo è veramente dure 9-10% e non spiano per 9 km. Quando arrivo ad allacciarmi alla strada nuova (la vecchia fà saltare le prime gallerie altrimenti veramente brutte) trovo Carlo appena ripartito dopo una piccola pausa. Come sempre sale poco più piano quindi ci troveremo in cima.



Ripartiamo sulla lunghissima discesa del Sempione, Carlo come al solito mi stacca dopo 500 metri (in salita mi difendo, ma in discesa sono veramente lento!) e lo troverò dopo la dogana seduto a  mangiare un piatto di pasta in compagnia di un'altro amico Randonneur.


Da qui la strada è facile, tutto piano fino a Gravellona-Toce, ultima salitina sul Passo della Cremosina (mentre salgo penso che dopo quello che abbiamo fatto questo non si merita neanche tanto il nome di passo) e poi la discesa verso Biella.



Gli ultimi 10km in leggerissima salita non passano mai, poi finalmente l'arrivo e il piatto di pasta che ci era stato promesso prima della partenza.

Che dire, posti stupendi, panorami mozzafiato, salite spaccagambe e quella che piano piano sto scoprendo essere la solita bella gente delle Randonnee. Un giro che, se ne avrete la voglia e le gambe, mentre lo fate vi farà pesare ogni chilometro e vi lascierà impresso un ricordo veramente speciale. Oppure potrebbe diventare una stupenda settimana di cicloturismo, ecco il percorso secondo il gps di Carlo:

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